Published on Marzo 8th, 2010 | by Nidil_Firenze
5Rassegna stampa precaria del 1-6 marzo 2010
Economics, celebra la manifestazione dei migranti del 1 marzo,
sottolineandone la dimensione universalistica, la stessa che, a suo
parere, la CGIL ha perseguito per l’ultima volta in occasione
dell’ampia mobilitazione del marzo 2002 per la difesa dell’articolo 18.
Simoni conclude il suo commento con un’esortazione per noi spinosa: un
sindacato che non vuole morire dovrebbe non solo sostenere lo sciopero
dei migranti, ma organizzare quello dei precari.
Ma l’argomento principe sulla stampa della settimana è il dibattito
sull’approvazione definitiva al Senato, avvenuta il 3 marzo, del DDL
‘collegato lavoro’. Il provvedimento è sintetizzato
dal Sole 24 Ore, che sottolinea le deleghe al Governo a varare nei
prossimi mesi provvedimenti su cinque argomenti, tra cui la riforma
degli ammortizzatori sociali (riteniamoci avvertiti). La CGIL e
l’opposizione si sono però concentrati sull’aspetto che l’articolo della
riassume efficacemente così: “va in soffitta l’articolo 18”. Si tratta
dell’introduzione del famigerato arbitrato, di cui andiamo parlando già
da tempo su questo sito:
fondamentalmente si tratta di un indebolimento del ruolo del giudice del
lavoro nelle cause di licenziamento. E se il tentativo del Governo e dei
giornali a lui vicini di minimizzare l’impatto di questo provvedimento
sono comprensibili (si veda l’intervista a Michele Tiraboschi su
Libero) non si riesce a trattenere un sorriso amaro nel leggere
l’intervista-lampo e un po’ trappola somministrata a Raffaele Bonanni,
segretario della Cisl, dal
Corriere della Sera: il sindacalista si fa trovare impreparato sul punto
chiave del provvedimento e balbetta “approfondiremo”, per poi mostrare
come la sua sicurezza si fondi non sul testo approvato ma sulla fiducia
dei suoi rapporti con il Governo.
Tra i molti articoli che illustrano il provvedimento e la decisione
della CGIL e, seguita dal PD, di ricorrere alla Corte Costituzionale,
citiamo l’intervista a Susanna Camusso del
manifesto del 6 marzo, perché ci sembra dica qualcosa a proposito
dell’universalismo cui accennavamo in premessa. La candidata alla
successione di Epifani parla dello sciopero del 12 marzo e ribadisce i
temi che lo muovono: fisco, retribuzioni, lavoro.
Confessiamo che in questo momento ci piace che la critica
all’introduzione dell’arbitrato, che pure condividiamo, non diventi il
tema centrale dello sciopero, rinnovando il valore simbolico che ebbe
nel 2002 la difesa dell’articolo 18. Non possiamo infatti trascurare che
in questo stesso provvedimento c’è un’altra prerogativa del lavoratore
che viene indebolita: il ricorso al giudice contro l’illegitimità dei
rapporti di lavoro atipici. Ai precari, che hanno visto la tutela
dell’articolo 18 solo dalla finestra, viene quindi sottratto uno dei
pochi strumenti per avviare una vertenza. Contiamo che, nella lotta che
si apre, il nostro sindacato non se ne dimentichi.
Rosa Gini
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