Published on Luglio 5th, 2010 | by Nidil_Firenze
3La Nazionale specchio della Nazione?
Sono stati giorni ricchi di eventi, gli ultimi, e non propriamente positivi.
Penso al referendum di Pomigliano, dove più di un pazzo su tre si è detto disposto a perdere il lavoro per conservare una sorta di dignità.
Penso al neo-Ministro Brancher, che di dignità non ne ha conservata nemmeno una goccia appellandosi al legittimo impedimento il giorno successivo alla nomina a ministro senza deleghe. Salvo poi rinunciarvi per ovvie ragioni.
Penso a dell’Utri, mafioso accertato solo fino al ’92.
Quindi una garanzia di onestà e trasparenza dalla data di fondazione di Forza Italia ad oggi.
Penso ai dati Istat che hanno delineato le prospettive dei giovani. O almeno ci hanno inizialmente provato e poi rinunciato, e che oggi attestano il più grande crollo di investimenti (-12%) dall’inizio della serie storica negli anni ’70…
Penso alle tasse, poi, che incidono di più sui nostri redditi, sempre più bassi, e che dovranno sopportare gli aumenti di autostrade e gas, ma anche il costo di quei servizi che grazie alla manovra il settore pubblico non sarà più in grado di offrire.
Penso alle intercettazioni, all’ampliamento dello scudo fiscale, alla Manovra, che sembra comprenderà anche una sanatoria sui reperti archeologici e questa è una cosa tremenda perché magari qualcuno ne approfitterà per sdoganare ulteriormente gente come D’Alema e Veltroni, al momento acquattati nella penombra.
Ma per capire dove veramente sta andando questo paese, vorrei riferirmi all’evento che più ha prima coinvolto e poi sconvolto l’opinione pubblica in Italia, quello che più ha addirittura reso precario il senso di identità degli Italiani.
I Mondiali di calcio.
Già prima che iniziasse la competizione in Sud Africa, c’era del malumore all’interno della Lega. Fonti informate riferivano del disagio dovuto al fatto di comprendere che, esistendo un Sud-Africa, dovesse esistere anche un Nord-Africa.
Il fatto che l’Africa potesse appropriarsi di questo privilegiato punto cardinale ha reso irrequieta la popolazione padana.
Questa irrequietezza si è manifestata, come tutti sappiamo, nella decisione di alcuni di “non tifare l’Italia”, e nel sospetto di altri che la nostra nazionale potesse comprare qualche partita…
Magari…
Come tutti sappiamo siamo arrivati ultimi in un girone che ci opponeva a Paraguay, Nuova Zelanda, Slovacchia.
Ricordo che al momento del sorteggio dei gironi, tempo fa, in molti commentavano dicendo: “Ci è andata bene”. Come a dire “la crisi non ci toccherà”.
Oggi sappiamo che, oltre a giocare a pallone, non siamo bravi nemmeno a fare previsioni.
Torniamo all’eliminazione.
Tra titoli dei giornali e commenti della gente, venerdì scorso prevaleva un’affermazione:
“La nazionale italiana specchio del paese!”
Vi confesso che mi sono spesso chiesto, nei giorni successivi, cosa volesse dire tutto ciò.
In che cosa Azzurri specchio del paese?
Cosa c’entrano 11 uomini in mutande che corrono dietro ad una palla con la situazione dell’Italia?
Dovevo trovare una chiave di lettura a questa affermazione al di là di quello che scrivevano i giornali e alla fine l’ho trovata… sul sito del World Economic Forum.
Infatti il problema doveva essere posto in modo non assoluto, ma contingente.
L’Italia non si è eliminata da sola, infatti, ma è stata buttata fuori da altre due nazionali, Paraguay e Slovacchia, facendosi superare anche dalla Nuova Zelanda.
Tutte nazioni di cui il recente rapporto sulla Competitività Globale redatto dal WEF riporta dati e posizione in una classifica mondiale della competitività.
Dal rapporto si scoprono diverse cose.
Se l’Italia ha una collocazione in classifica apprezzabile dal punto di vista di Sanità e istruzione primaria (almeno fino alla riforma Gelmini e alla Manovra), superando Paraguay e Slovacchia ma seguendo la NZ, rimane ultima sull’indicatore della stabilità macroeconomica.
Negli indicatori di efficienza relativi a:
– formazione e istruzione superiore
– efficienza del mercato dei beni e del mercato del lavoro
– “prontezza” tecnologica
ci collochiamo al terzo posto, dietro NZ e Slovacchia e davanti al solo Paraguay.
Stessa situazione relativamente all’indicatore sul Comportamento etico delle imprese, mentre il Paraguay ci supera lasciandoci all’ultimo posto in tema di Criminalità organizzata (cosa c’entra il caso dell’Utri in tutto ciò? Boh…).
Relativamente al lavoro, nello specifico, arriviamo ultimi tra le 4 nazioni anche nella Cooperazione nelle relazioni lavoratore-datore di lavoro (il caso di Pomigliano ne è un esempio concreto), e ancora ultimi nella Partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Ultimi! Senza appello.
Ci sono tanti altri indicatori, tendenzialmente più “tecnici”, ma nessuno di questi ci vede eccellere.
Ritorno alla domanda di partenza: Nazionale specchio della Nazione?
Confrontando la classifica sul campo con quella costruita attraverso gli indicatori citati direi di sì.
Secondo i dati del WEF magari non arriveremmo proprio ultimi, giocandoci l’ultima posizione col Paraguay che invece sul campo ha sovvertito i pronostici.
Ma saremmo comunque eliminati, mandando avanti Nuova Zelanda e Slovacchia, più tante tante tante altre nazioni che fortunatamente non ci siamo trovati nel girone…
Quindi la Nazionale è lo specchio del Paese?
La risposta è sì.
Decisamente sì.
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