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Published on Aprile 19th, 2011 | by Nidil_Firenze

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Precari, boom in Toscana «supermarket mostruoso»

Cresce la precarietà in Toscana a fine 2010 stando a quanto emerge dal secondo rapporto sull’economia regionale realizzato da Ires Toscana con Cgil e Fisac. La cassa integrazione cresce del 6,65% nel trimestre 2011 con la Cig in deroga al 43% del totale.

Silvia Casagrande da l’Unità 16/4/2011

Di tutti i contratti di lavoro firmati in Toscana negli ultimi tre mesi del 2010, solo uno su dieci era a tempo indeterminato. Con la crisi, è cresciuta anche la precarietà. Del genere più spinto: se quelli per un “posto fisso” rappresentano solo l’8,4% del totale dei nuovi contratti (pari a 12.553 persone, il 32% in meno rispetto allo stesso periodo del 2009), calano anche quelli a tempo determinato “classici” (-25,4%, pari a 61430), per lasciare il posto a forme di lavoro sempre meno tutelate, come i contratti a progetto (+65,2%, pari a 19425 unità) o in partecipazione (+27%).

Un quadro preoccupante, fornito dal secondo rapporto sull’economia regionale realizzato dall’Istituto di ricerca economica e sociale Ires Toscana con Cgil e Fisac: una fotografia del periodo tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011che ritrae una piccola crescita della produzione industriale (+2,4%) e dell’export, a cui non si accompagnano però dati positivi sul mercato del lavoro. Aumenta infatti la disoccupazione, passata al 6,1% contro il 5,8 di fine 2009 e che sulla costa arriva a toccare il 7,2%. Gli avviamenti al lavoro registrano un meno 8,6% e,come abbiamo visto, quando ci sono, sono precari. Con l’unica eccezione di Prato, dove i contratti a tempo indeterminato aumentano del 24%. Il 90% dei nuovi avviamenti avviene a seguito di un tirocinio, ma gli stage di lavoro, spesso non retribuiti, non bastano ad assicurare il posto: degli oltre 14 mila attivati nel 2010, solo 96 si sono trasformati in contratti stabili.

«Questi dati parlano chiaro – commenta il segretario regionale della Cgil con delega alle attività produttive Daniele Quiriconi – chi ha perso il posto, vale a dire 53 mila persone negli ultimi tre anni, si ritrova in balia di una giungla di contratti». Lo scoraggiamento si riflette nell’aumento dei toscani che rinunciano a cercare lavoro, dato descritto dal tasso di attività, sceso dal 68,9 al 68% tra il 2009 e il 2010 e particolarmente negativo per le donne della costa, dove arriva al 55%, contro un dato regionale complessivo, sempre per le donne, fermo comunque al 58,9%. Per uscire da questo vicolo cieco, la Cgil porta avanti due tipi di proposte: “Abbiamo raggiunto un accordo tecnico con la Regione – spiega Quiriconi – per estendere la mobilità a fasce di lavoratori finora esclusi come gli atipici e gli apprendisti, una misura che coinvolgerà migliaia di persone. Ma non basta. Va fatta una battaglia politica su scala nazionale contro la fragilizzazione del mercato del lavoro, o flessibilità come viene definita! Anche per questo saremo in piazza il prossimo 6 maggio”. 

Anche perché i dati sul prossimo futuro sono tutt’altro che rassicuranti. Nel primo trimestre del 2011 il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 6,5% rispetto alla fine del 2010, da poco più di 10milioni di ore a oltre 11milioni, e si registra un’impennata della cig in deroga, richiesta cioè dalle piccole e medie imprese, che rappresenta il 43% del totale. Torna ad aumentare anche il numero delle iscrizioni alla mobilità (+2,4%), in particolare a Massa, Arezzo, Grosseto e Lucca e non si arresta il numero degli iscritti alle liste di disoccupazione, segno della fatica a rientrare nel mercato del lavoro.


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