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Published on Novembre 24th, 2009 | by Nidil_Firenze

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PRECARI SENZA TETTO NE’ LEGGE

Rassegna stampa precaria del 16-20 novembre 2009

Dopo essere stato (parzialmente) folgorato sulla via di Damasco dalla visione di un mondo di lavoratori a tempo indeterminato (vedi la nostra rassegna di due settimane fa ) il governo ha messo in campo questa settimana qualche ideuccia sul tema, da infilare nelle pieghe della futura finanziaria. Michele Tiraboschi, consulente del ministro Sacconi, ha illustrato alla stampa il provvedimento, che prevederebbe di distribuire 40milioni di euri alle società di intermediazione sotto forma di premi da 1200 euri per ogni posto di lavoro a tempo indeterminato procacciato a un lavoratore ‘difettato’, ovvero disoccupato o cassintegrato. Il premione si riduce di un terzo se il contratto procacciato non e’ a tempo indeterminato ma comunque continuativo. Un provvedimento che, potremmo dire con una metafora matematica, sta a una seria politica del lavoro come l’uso di mettere le taglie sui criminali sta a una seria politica della sicurezza. Sono Repubblica e Il Giornale a riferire l’iniziativa del governo, aggiungendo che Tiraboschi si è dato anche la pena di proporre l’allargamento della platea dei cocopro che beneficiano della generosa una tantum del governo quando perdono il lavoro: l’elemosina, che passerebbe dal 20 al 30% del reddito annuo, andrebbe a tutti i cocopro con reddito annuo inferiore a 20mila euri. Ma non vengono dati troppi dettagli sul disegno del provvedimento, non si capisce se perché non si vuole provocare l’ilarità della popolazione precaria o perché è scontato che il pur misero provvedimento non vedrà mai la luce.

E l’opposizione come reagisce a questa politica fatta di ritocchini e pacche sulle spalle? Ci dice Repubblica che Ichino ha presentato al Senato un disegno di legge che si propone di riassumere in 64 articoli l’intera legislazione del lavoro e delle relazioni sindacali. Il fatto che la notizia sia relegata in un trafiletto di un solo giornale dà la misura dell’energia con cui viene avanzata questa offensiva contro il governo.

Nel frattempo, come ci avverte l’Avvenire le banche, scottate dalla crisi, chiudono il rubinetto del credito per i precari: niente mutui, niente prestiti, niente carte di credito. Non si può dar torto alle banche, che aderiscono ai parametri di garanzia che il sistema finanziario sta cercando di darsi per non ricascare nella bolla scoppiata due anni fa. Ma il precario, e soprattutto la precaria, che devono fare? Il Presidente dell’Associazione delle Industrie Elettromeccaniche, Guidalberto Guidi, ha consigliato all’intera platea di studenti di un seminario tenuto dell’Università di Padova di prendere armi e bagagli e andare all’estero, in Cina o Sudamerica,

come ci riferisce la Repubblica : ma è davvero l’unica soluzione? Che risposta daranno quegli studenti e i loro coetanei e fratelli maggiori precari?


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