Published on Dicembre 23rd, 2020 | by Nidil
5ISCRO per la 1°volta un ammortizzatore per le partite iva
Per la prima volta nel nostro Paese verrà sperimentato un ammortizzatore sociale strutturale rivolto ai professionisti a partita iva iscritti alla gestione separata dell’Inps che, secondo quanto dichiarato dal Governo, dovrebbe essere esteso anche agli iscritti alle casse previdenziali dei liberi professionisti.
Una novità storica nella direzione dell’universalità delle tutele che era stata elaborata dalle associazioni e le parti sociali in seno al CNEL e che recepisce lo spirito della Carta universale dei Diritti del lavoro promossa dalla Cgil .
Allo stesso tempo una misura che sconta tutte le contraddizioni del lavoro autonomo e che andrà accompagnata con altre misure (in primis equo compenso e rivalsa previdenziale), aggiustandone i limiti in corso d’opera.
Si chiamerà ISCRO, indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, e l’introduzione, in via sperimentale per il triennio 2021-2023, è contenuta all’articolo 71-bis della legge di Bilancio, approvato in sede di commissione alla Camera.
La filosofia della misura è quella di sostenere i professionisti che si trovano in un periodo di riduzione delle commesse e quindi di caduta di reddito e che hanno bisogno di un sostegno economico e formativo per far ripartire la propria attività.
L’indennità sarà erogata dall’INPS per gli iscritti alla gestione separata nel caso in cui il richiedente abbia dichiarato per l’anno precedente un reddito inferiore a 8145 euro, il quale risulti inferiore al 50% della media dei redditi percepiti nei tre anni precedenti.
Sono esclusi dalla misura i titolari di pensione e di reddito di cittadinanza.
La domanda potrà essere presentata all’Inps entro il 31 ottobre del 2021, 2022, 2023 rispetto al reddito degli anni precedenti e la partita iva deve essere aperta da almeno 4 anni.
L’indennità spetta per sei mesi ed è pari al 25% su base semestrale dell’ultimo reddito certificato dall’agenzia delle entrate per un minimo di 250 euro e un massimo di 800 euro.
Oltre ad uno stanziamento previsto nella Legge di Bilancio per far fronte a questa indennità viene introdotta una contribuzione specifica che per il 2021 sarà di 0,26% (0,51% per i successivi), secondo la logica assicurativa prevista per tutti gli ammortizzatori sociali.
Secondo Nidil e Cgil i punti critici su cui riflettere e valutare adeguamenti sono: la soglia di reddito molto bassa che consente l’accesso alla misura, che nel tempo potrebbe essere innalzata; le modalità di corresponsione, oggi lontane dal momento in cui si verifica nei fatti la caduta di reddito; la verifica della aliquota di finanziamento; la possibilità di accesso per coloro che hanno anzianità di iscrizione inferiore a 4 anni; e infine la necessità di inclusione gli iscritti alle casse di previdenza dei liberi professionisti” Qui il comunicato stampa completo di Cgil, Nidil, Apiqa.
Rimane infine aperto il tema dell’emergenza sanitaria che sta ancora bloccando il lavoro autonomo in molti settori e la necessità di prevedere in questi casi adeguate ed urgenti indennità, così come la loro estensione anche al mondo del lavoro autonomo occasionale.
Infine, riguardo alla fase di emergenza, è stato approvato anche un emendamento nella legge di bilancio che introduce un fondo per l’esonero dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti finalizzato a finanziare l’esonero parziale di coloro che abbiano percepito nel 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro con un calo del fatturato nel 2020 non inferiore al 33%.
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