Published on Gennaio 25th, 2011 | by Nidil_Firenze
3Iva, partita senza ritorno
Su “Avvenire” del 12 gennaio approfondimento sul popolo degli autonomi. In molti casi non per scelta ma per “forza”
Il comparto delle partite Iva, nonostante la crisi, continua a crescere. Secondo la Cgil l’incremento è di 200mila all’anno. Sono 5-6 milioni gli autonomi nel Paese, che scendono a 3 milioni considerando professionisti non riconosciuti da ordini e privi di tutele e garanzie. Non per tutti però la partita Iva è una scelta, per molti è un obbligo. Se da un lato ci sono lavoratori che perdono il posto e tentano di mettersi in proprio, altri sono caldamente invitati dall’azienda a farlo. Lo racconta “Avvenire” in un articolo del 12 gennaio. I casi di partite iva obbligate secondo Francesco Bogliari, direttore de “Il giornale delle partite Iva”, sarebbero 300-400mila ma molte nascondono attività di lavoro dipendente, visto che alle aziende costano molto meno. Secondo un’indagine Isfol del 2008 il 7.5% delle partite Iva ha scelto questa modalità per volere del datore di lavoro.
Sul tema interviene anche la presidente di Acta (Associazione consulenti del terziario avanzato) Anna Soru: “È una modalità utilizzata per scaricare sul lavoratore i costi della previdenza e pagarlo di meno in quanto non esistono minimi retributivi. Laura Pesce, autrice del libro “Manuale > di sopravvivenza per il popolo delle partite Iva” elenca poi i profili professionali interessati, ad esempio fotografi, interpreti, consulenti fiscali, fisioterapisti, enologi, animatori, operatori del fitness. Infine “Avvenire” approfondisce il ruolo dei sindacati e il loro recente tentativo di occuparsi della categoria. Nell’articolo il punto di vista del responsabile nazionale Professioni Cgil e del segretario generale Felsa Cisl.
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