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Published on Febbraio 9th, 2010 | by Nidil_Firenze

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Padri e figli: una tragedia evitabile?

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Giustamente, Ichino solleva il problema dei mancati controlli sulla adeguata applicazione delle leggi sul lavoro. Un po’ meno giustamente, a parer nostro, persevera nella contrapposizione fra tutele garantite ai “padri” (l’articolo 18) e tutele mancanti per i “figli” (e, ormai, i nipoti, vista l’età media della maggior parte dei precari). Come se le mancate tutele a favore dei figli fossero colpa delle eccessive tutele garantite inossidabilmente ai padri.

Noi non crediamo che un abbassamento delle tutele per tutti renda più forti i precari di ora. Non crediamo nemmeno che i controlli (“Case editrici in cui da anni non si assume più un redattore o un correttore di bozze con un contratto normale di lavoro dipendente; case di cura private che formalmente non hanno alle proprie dipendenze neanche un solo medico, un solo infermiere, un solo barelliere: tutti a partita Iva, oppure soci di cooperative di lavoro a cui il servizio viene appaltato”, enumera Ichino) siano di per sé sufficienti a garantire i diritti, perché è impossibile controllare tutto e tutti. Ma, soprattutto, non crediamo – e qui sta essenzialmente la differenza con il senatore Ichino – che i modelli produttivi attuali impongano alle imprese il sacrificio dei lavoratori come via esclusiva per la propria sopravvivenza o prosperità.

Sarà perché, da precari, nel corso degli anni abbiamo visto, sì, piccole aziende chiudere, ma anche tante aziende arricchirsi; sarà perché abbiamo l’impressione di aver contribuito, con il nostro sacrificio, all’aumento del divario tra ricchi e poveri che ormai è caratteristica di tutti i Paesi sviluppati, così come lo era fino a poco tempo fa dei Paesi poveri. Ma noi pensiamo che le garanzie vadano estese, non limitate, per tutti, perché soltanto in questo modo si assicura un progresso davvero diffuso e solido. Concordiamo con Ichino quando sollecita il Governo ad attivarsi per porre fine a questa situazione; nutriamo purtroppo qualche dubbio sul fatto che il Governo intraprenderà una strada con un qualche costrutto, considerando anche lo smantellamento definitivo del processo del lavoro che si sta perseguendo proprio in questi giorni. Uno smantellamento che di fatto renderà impossibile, per il lavoratore, rivendicare le proprie ragioni e quindi farà più deboli tutti i lavoratori, dipendenti, flexisecuritati, stagisti, sindacalizzati o meno.

 

Barbara Anglani


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