Published on Giugno 23rd, 2009 | by Nidil_Firenze
3Rassegnamoci
Sono, come previsto, i lavoratori precari e i giovani in cerca di lavoro le prime vittime della crisi.
Non lo dico io, lo dice Tito Boeri, economista ed animatore della voce.info domenica 20 giugno su Repubblica
Anzi, non lo dice nemmeno lui.
Lo dice, o meglio, lo certifica, la rilevazione Istat sulle forze lavoro nei primi tre mesi del 2009: nell´ultimo anno è sparito dal nostro mercato del lavoro un posto di lavoro su cento.
Nell´ultimo trimestre addirittura tre su cento.
“Sono così più di 400.000 – riprende Boeri – gli occupati in meno tra i lavoratori italiani negli ultimi 12 mesi. Il calo dell´occupazione è concentrato tra i lavoratori con contratto a tempo determinato (-154.000), tra i lavoratori con collaborazioni coordinate e continuative (-107.000) e tra i lavoratori autonomi (-163.000), soprattutto nelle piccole imprese, tra cui si celano molte prestazioni di fatto alle dipendenze, in una giungla di partite Iva involontarie e collaborazioni con un unico committente.
Secondo il docente bocconiano, la discriminazione di questi lavoratori è doppia: sono i primi a saltare nei momenti di difficoltà, e una volta a casa sono in pochi (il 12,5% dei parasubordinati) a poter godere di una minima copertura attraverso ammortizzatori sociali.
Chissà come la prendono i nostri precari sapendo che, tra l’altro, l’Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro, come è possibile leggere direttamente dall’ Adn Kronos di lunedì 22 che cita i dati Eurostat confrontati con quelli relativi al 2007.
E chissà come sono contenti a leggere le dichiarazioni del ministro Sacconi che invita tutti coloro che hanno studiato per anni, magari hanno preso dei master, hanno fatto stage in azienda, a cercarsi “lavori umili”le 10 domande poste da Repubblica sul Casoriagate tempo fa, cui nessuno sembrerebbe aver risposto in modo esauriente, non bastano più.
E chissà se il ministro Sacconi considera “lavoro umile” la partecipazione con gettone di presenza ad una qualche festa a Villa Certosa o addirittura a Palazzo Grazioli.
Perché in realtà è di questo che hanno parlato i giornali nell’ultima settimana. Dico i giornali, perché in tv la notizia non è passata, o se è passata è stata camuffata alla stregua di un gossip estivo.
Invece ci lavora la Procura di Bari: le ipotesi vanno da un giro di tangenti in sanità all’induzione della prostituzione.
Sembrerebbe ormai assodato il fatto che il Presidente del Consiglio dei Ministri sia ricattabile (nella nuova veste ufficiale di “utilizzatore finale” di gnocca), e che gli accessi alla residenza di Governo di Palazzo Grazioli non subiscono uno straccio di controllo (come peraltro Villa Certosa: chissà come sarà contento Bush di sapere che in attesa del suo arrivo un fotografo era tranquillamente in grado di scattare fotografie con i più svariati soggetti).
Ormai, le 10 domande poste da Repubblica sul Casoriagate tempo fa, cui nessuno sembrerebbe aver risposto in modo esauriente, non bastano più.
E allora ci pensiamo noi, dalla pagina del Nidil, a formulare 10 domande nuove nuove per Silvio Berlusconi:
1. Secondo le dichiarazioni di una delle partecipanti alle sue feste, diverse ragazze dell’Est tra cui slave e romene avrebbero bazzicato Villa Certosa. Bossi ne era al corrente? Avevano tutte il permesso di soggiorno?
2. L'”utilizzatore finale” citato dall’avvocato Ghedini non è quello che usufruisce di un bene senza però poter scaricare l’Iva? (Ma non si chiamava Patrizia?)
3. Delle fonti dell’Intelligence statunitense dicono che Osama Bin Laden si sia tagliato la barba, si sia comprato una parrucca bionda e un bel paio di tette finte. Sta forse cercando di entrare di nascosto a Palazzo Grazioli sapendo che non sarà mai controllato?
4. Patrizia afferma, nella telefonata intercettata, che lei le avrebbe detto di “aspettarla nel letto grande”. Data l’importanza che le dimensioni degli ambienti rivestono per lei, quando ha raggiunto Patrizia sul letto grande indossava comunque le famose scarpe con la suola “rinforzata”?
5. Le foto sulla vita a Villa Certosa hanno sollevato un interrogativo abbastanza importante: “che fine ha fatto la bandana?”
6. Data la sua intensa vita privata, come mai è sempre così teso, nervoso ed incazzato? C’è qualcosa che non ha funzionato e le ha impedito di rilassarsi adeguatamente nei momenti opportuni?
7. Pare che a Villa Certosa sia in funzione una vera e propria (e assai apprezzata) gelateria, dove al banco dei gelati c’è una macchinetta che emette simpatici fac-simile di scontrini fiscali: è una chiara provocazione al ministro Tremonti?
8. Lei ha dichiarato che tutto quanto sia apparso sui giornali italiani ed internazionali riguardo la vicenda dell’inchiesta di Bari e affini “è tutta spazzatura”. Per ovviare alla situazione pensa di procedere allo smaltimento aprendo una nuova discarica in Puglia o basterà la bocca del vulcano di Villa Certosa?
9. Ha dichiarato che le foto scattate a Villa Certosa sono del tutto “innocenti”: sta facendo forse riferimento alle dimensioni del “billo di Topolanek”, incapaci di evocare situazioni giudicabili come “compromettenti”?
10. Quando si proporrà per la Presidenza della Repubblica, come intenderà organizzare la sua nuova residenza? Pensa di riservare la Scuderie del Quirinale come luogo per montare nuove cavalcature?
In attesa che il Presidente risponda, vi do appuntamento alla prossima rassegna.
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